Pensare di risolvere il problema della scolarità dei bambini indigenti solo con le forniture scolastiche è fuorviante. È vero che da soli non possiamo risolvere tutti i problemi, ma nel caso di Fonsramé e Agbanu, mentre un’insegnante leggeva la lettera di ringraziamento, durante la cerimonia di consegna, ci siamo interrogati sul fatto se avessimo davvero fatto tutto il possibile per loro. Durante quel ringraziamento ufficiale si è sottolineato il fatto che i ragazzi che oggi hanno tutto l’occorrente per un corretto apprendimento, sono molto attenti, curiosi e desiderosi di apprendere. Senza i loro libri e quaderni erano considerati da tutti elementi di disturbo avendo anche atteggiamenti indisciplinati. Basta davvero poco per fare emergere le qualità di quei bambini: devono solo avere gli strumenti per l’apprendimento e subito avviene la metamorfosi. Ma quello che ci ha toccato di più è stato quando ci hanno detto che alcuni di loro non hanno nemmeno i 150 F. (0,25€) al giorno per mangiare qualcosa durante la ricreazione. Mentre tutti vanno verso le venditrici a prendere il loro pasto, questi vagano sconsolati fra i banchi di scuola, un po’ in disparte per la vergogna e aspettano con ansia che le lezioni riprendano per riunirsi agli altri senza distinzioni. Ma alcuni hanno la pancia piena, altri forse non hanno nemmeno fatto la colazione prima di andare a scuola. Insieme alla soddisfazione di essere riusciti a fornire i presidi scolastici, ci è rimasto l’amaro in bocca per non aver potuto, sul momento, garantire a chi ne avesse davvero bisogno, un pasto quotidiano. Poi la Provvidenza - che ha sempre nome e cognome - è arrivata! Così ci siamo attivati per identificare, tramite un’accurata inchiesta, i bambini che non si trovano nella condizione di poter mangiare il minimo indispensabile giornaliero, abbiamo preso contatto con le cuoche venditrici, redigendo insieme a loro un contratto di fornitura pasti per 28 bambini fino alla fine dell’anno scolastico. Pagamento anticipato ogni inizio mese. Ogni bambino ha la sua ciotola con coperchio e cucchiaio e un badge personale con foto che consente alle venditrici di riconoscerli ed erogare il pasto. Gli ingredienti sono concordati e variati per garantire un’alimentazione equilibrata fatta di riso, pasta, sugo al pomodoro/cipolla e pesce. In alternativa polenta, sugo con pomodoro e peperoncino, fagioli e carne.
Per questa operazione abbiamo stanziato circa 1000 €, già finanziati. Il primo giorno è stato ieri, al rientro delle festività dei santi. Oggi sono andato con Ibrahim Abou per verificare che i bambini fossero pienamente soddisfatti. Le foto di questa mattina lo confermano.
Anche questa mattina eravamo impegnati nella consegna di altri 58 Kit Scolastici per altrettanti bambini delle scuole di Agbanu e Fonsramé. Quei 61 scolari, che si sono distinti per un alto profitto, facevano parte dei 127 orfani ai quali abbiamo dato l’opportunità di frequentare la scuola lo scorso anno, non avendone i mezzi. Dato che anche i nostri mezzi sono limitati, ne abbiamo premiato una parte che si è appunto distinta per aver lavorato meglio degli altri. Abbiamo premiato il merito. Questo esperimento è iniziato quest’anno e ci consentirà sempre di più di appoggiare gli alunni di molte altre scuole, per poi innescare questo meccanismo virtuoso che consente loro di andare avanti con gli studi nella consapevolezza di dover lavorare duramente per ottenere il nostro appoggio che potrà favorire lo sviluppo culturale ed intellettuale a livelli di eccellenza . Ringraziamo i Direttori scolastici, presenti questa mattina alla cerimonia di consegna, che ci hanno aiutato nell’individuare i ragazzi migliori. Grazie come sempre ad Ibrahim, che ha coordinato e organizzato l’evento, vigilando sulla correttezza delle scelte fatte dal personale docente. Grazie a Ramos che come sempre ha organizzato l’agenda cercando di dare la parola a tutti gli “attori” che vivono nella “trincea” delle aule scolastiche che ci hanno potuto dare spunti preziosi per migliorare di anno in anno la nostra azione.
Bella e commovente cerimonia di consegna di 81 kit scolastici per i bambini di Aido, nell’Arrondissement di Djegbadji. Essi hanno vissuto quest’anno, insieme alle loro famiglie, un momento terribile, quando il Governo ha ordinato la distruzione delle case del villaggio per fare posto ad un progetto turistico molto ambizioso che certamente porterà in prospettiva benessere per tutti, ma che al momento ha procurato solo grande disagio. Le famiglie che vivono esclusivamente di pesca, si sono trovate nella necessità di costruirsi ripari di fortuna in luoghi che sono stati loro assegnati. Purtroppo al momento non hanno avuto aiuti economici tali da poterne far fronte. La conseguenza è che le poche risorse che avevano non sono sufficienti per mandare i propri figli a scuola. È un imprevisto che non avevamo considerato, avevamo altri programmi per altre scuole. Ma la Provvidenza è venuta puntualmente in aiuto (non scherzo, mi viene la pelle d’oca!) e abbiamo potuto offrire al villaggio le forniture scolastiche, senza trascurare le altre scuole che ci hanno chiesto un appoggio importante per 58 bambini orfani a Ouidah ( che verranno soddisfatti domani 20 settembre, e 72 bambini a Penessoulou nel nord che hanno già ricevuto i loro kit scolastici sabato 7 settembre e di cui parleremo in un post a parte. Dunque alla presenza del capo dell’ Arrondissement, il direttore scolastico, il capo del villaggio e diverse autorità locali che rappresentano altrettante realtà, si è svolta la cerimonia della consegna. Ognuno di essi ha espresso la propria commossa soddisfazione per il gesto che la ONG SOPADA ha potuto compiere, grazie all’aiuto degli amici che hanno creduto in noi da tutta l’Italia. Questa scuola è molto isolata dai centri abitati importanti. Non c’è corrente elettrica. La “campanella” d’inizio lezioni, costituita da un vecchio cerchione arrugginito, svolge bene il suo ruolo. La struttura è semplice ma dignitosa e i bambini sembrano molto educati. Certamente sono fortemente desiderosi di frequentare la scuola e di ricevere quell’istruzione che possa loro garantire un futuro pieno di soddisfazioni. A loro va il nostro augurio di un regolare e profiquo lavoro.
Terremo monitorata la situazione e, se sarà necessario, li aiuteremo anche l’anno prossimo, se la Provvidenza sarà con noi.
Grazie di cuore oltre che ai donatori, tutti elencati nello striscione che compare nelle foto, a Ramos Vodounon, Koudoda Elisée Barboza, Ibrahim Abou come sempre fedelissimi e importantissimi collaboratori della nostra ONG, che col loro volontariato sollevano enormemente me e Paola da un impegno che facciamo sempre più fatiche a svolgere da soli soprattutto perché l’attività si allarga, grazie a Dio, di anno in anno.
La consegna delle forniture scolastiche effettuata questa mattina ad alcuni ragazzi che iniziano quest’anno il collegio (una sorta di scuola superiore che inizia dopo 6 anni di primarie e che dura sette anni), ci sta particolarmente a cuore riempiendoci d’orgoglio.
Infatti quei 10 bambini fanno parte di coloro che l’anno scorso hanno ricevuto dalla ONG SoPADA le borse di studio e ai quali avevamo promesso di rinnovare loro l’appoggio qualora avessero avuto un profitto superiore alla media.
Erano 127 e quest’anno abbiamo premiato una sessantina fra i migliori. I restanti 50, che sono più piccoli, verranno gratificati con le nuove forniture i prossimi giorni ad Agbanu e Fonsramey.
Ricordiamo che questi bambini sono tutti in qualche modo orfani o comunque abbandonati dai genitori, quindi senza i mezzi per frequentare la scuola.
A loro vanno i nostri migliori auguri di una attività scolastica profiqua e costante.
Un grazie speciale ad Ibrahim, fedele collaboratore che ha coordinato l’organizzazione e a tutti gli amici italiani (e non) senza i quali non sarebbe stato possibile effettuare questa consegna e quelle dei prossimi giorni.
Queste sono le prime forniture scolastiche che abbiamo effettuato come ONG SoPADA per questo rientro. Andrea e Paola non hanno partecipato, essendosi svolti al nord, a 400 km da Ouidah. In effetti erano impegnati nella preparazione delle altre forniture che poi sono state consegnate in tre plessi scolastici distinti e di cui abbiamo già parlato ampiamente.
Abbiamo ricevuto qualche fotografia non molto professionale, ma che assolve allo scopo di documentare quei momenti, che si sono svolti il 7 settembre.
Sul luogo abbiamo mandato Djaffarou che è anche il nostro tesoriere. In un weekend, insieme ad Aliou e Rafiou, ha potuto distribuire 72 kit scolastici in due villaggi diversi:
- Penessolou, dal quale questa attività ha avuto origine con le prime forniture effettuate fin dal 2018 con 39 allievi bisognosi
- Alédjo, villaggio nel quale sono stati individuati altri 33 orfani indigenti che abbiamo aggiunto all’ultimo momento.
La cerimonia si è svolta alla presenza del capo del villaggio di Penessoulou ALIDOU Djibril, ABOUBACAR Abdel Aziz, rappresentante del Comune, SANDA Aliou vice-presidente dell’ADAP, AROUNA Shabane presidente dei parenti degli allievi, ALASSANE Djimanath presidente delle Associazioni di Alédjo.
E così è arrivato anche il giorno della formalizzazione della consegna delle apparecchiature donate dall’Organizzazione Di Volontariato “Il Sorriso di Bright”. Anche se le abbiamo già usate nei giorni scorsi per esigenze urgenti su casi di persone indigenti (come molti hanno avuto modo di constatare), è giusto che ci sia un atto formale che certifichi ai donatori che quegli strumenti sono arrivati nelle mani giuste e che saranno usate per gli scopi che si prefigge l’Organizzazione stessa che per statuto si occupa in varie forme di dare sollievo ai bambini poveri nel senso più ampio, quindi anche nel campo sanitario. Grazie alla ODV “Il Sorriso di Bright” per averci fornito un ecografo portatile a disposizione di Paola e un riunito portatile per cure dentarie. Grazie anche a Loretta Bianchi, Presidente dell’Organizzazione e Guido, vice Presidente. Le vostre aspettative non verranno disattese!
Si provano sentimenti contrastanti dopo 5 giorni di duro lavoro “non-stop” ad assistere Guido, il nostro dentista, durante le cure dentali fatte al Centro ospedaliero a fine umanitario di Segbanou. Quello che prevale è la soddisfazione di avere dato sollievo a più di cento persone che soffrivano di dolori atroci ai denti e che non potevano permettersi di recarsi in uno studio dentistico. La loro riconoscenza supera di certo la nostra fatica. È anche vero che lavorare dalle 8,30 fino alle 20 con una pausa fugace per un boccone, alla sera lascia qualche segno. Abbiamo iniziato lunedì mattina e già al termine della giornata eravamo K.O! Ma abbiamo continuato con tenacia fino a questa mattina quando abbiamo messo ordine, raccolto le nostre cose e sistemato l’ambiente, una specie di aula piuttosto vuota nella quale abbiamo messo due letti, tre tavoli per appoggiare tutti gli attrezzi, qualche sedia di legno che certo non ha giovato alle nostre schiene, costrette a piegarsi sul paziente in posizioni improbabili e l’immancabile “riunito portatile” che racchiude in una specie di trolley tutti gli strumenti per operare sui denti (turbine, aspiratore, micromotore, aria compressa, acqua a spruzzo, lampada catalizzatrice e strumento per la detartrase). In realtà abbiamo cercato di limitare ai casi più urgenti gli interventi che spesso si traducevano in estrazioni molto laboriose che nella maggioranza dei casi erano talmente complicate da dover ricorrere alla chirurgia. È doveroso riconoscere che l’esperienza e la professionalità del Dott. Guido Corradi sono state indispensabili affinché si raggiungesse il risultato positivo perché i denti degli africani differiscono molto dai nostri che sono più piccoli e certamente meno tenaci. Non parliamo poi della profondità delle radici, molto difficili da estrarre in quanto molto lunghe e spesso irregolari. A complicare un quadro piuttosto complesso la società elettrica non ci ha fatto mancare un Blackout quotidiano di quasi due ore. In condizioni quasi impossibili abbiamo continuato a lavorare al buio con il solo ausilio della lampada frontale del dentista per operazioni di semplici estrazioni (altro non si sarebbe potuto fare).
Le foto descrivono un po’ le varie fasi: quelle preparatorie per allestire un ambulatorio dal nulla, le prime operazioni del mattino (appello e registrazione pazienti), pre consultazione per determinare una eventuale terapia antibiotica prima di iniziare, per entrare poi nel vivo degli interventi.
I Padri Camilliani ci hanno agevolato in tutti i modi e non ci hanno fatto mancare il conforto di un pasto caldo.
Per SOPADA non è una esperienza nuova, ma ogni volta è sempre molto emozionante ed arricchente. Dare sollievo alla sofferenza è un’esperienza umana, oltre che cristiana, talmente bella da essere difficile da descrivere. E il nostro impegno continuerà in questa direzione finché ne avremo le forze. Un grazie particolare va a Michelle (che oggi è a pieno titolo membro SOPADA) che ha dato assistenza preparando le anestesie, disinfettando continuamente gli strumenti allungandoli prontamente a Guido e che non ha mai perso la sensibilità di tenere la mano ai pazienti più sofferenti durante le operazioni più complesse.
Carole è una ragazza di poco più di trent'anni che vive e lavora a Ouidah. Ha sempre dedicato la sua vita nel volontariato, mettendo a disposizione le sue competenze come contabile per il gruppo della "Caisse de Solidarité" della parrocchia della Basilica. Tale gruppo è costituito dai parrocchiani e consiste in una colletta che ha la finalità di sostenere i membri qualora si trovassero in difficoltà economiche, per i motivi più disparati, ma soprattutto per far fronte alle spese mediche in caso di malattia o ricovero ospedaliero. Per un'ironia della sorte, ella stessa si è trovata in difficoltà contraendo una grave malattia autoimmune, il Lupus, che richiede lunghe e costosissime cure, dopo aver effettuato un ciclo completo di chemioterapia. A questo fine Sopada ha intrapreso una raccolta fondi per far fronte, almeno per un po' alle spese davvero ragguardevoli.
Oggi mi corre l’obbligo di ringraziare i donatori che hanno reso possibile questo piccolo miracolo. Abbiamo trovato il farmaco generico del CellCept per curare la malattia autoimmune di Carole. Ricordo che questa medicina costa in BÉNIN 105€ (in Italia 170€!!) per ogni scatola ed è sufficiente solo per 12 giorni e mezzo di terapia. Il suo stipendio mensile non copre nemmeno lontanamente il costo di una sola scatola! Grazie alle ricerche dell’amico Gianluca Iori siamo riusciti a trovarne 17 scatole a circa 64€ che dovrebbero garantire circa 6 mesi di terapia. È pur vero che la cura si prevede che possa durare anche 2 anni, ma per adesso confidiamo in una risposta positiva dell’organismo.
GRAZIE DUNQUE ALLA GENEROSITÀ DI:
LaMeri Catellani, Angela Gamberini, Maria Mele, Lorenzo Pinetti, Manuela Lavaroni, i Sanitari di Montecchio e me e Paola che abbiamo completato per arrivare alla somma di 1100€. Ringrazio anche la farmacia che ci ha praticato uno sconto del 15%.
Abbiamo concluso un accordo con l’Associazione Il Sorriso di Bright, che si occupa di creare ed appoggiare progetti di sostegno per i bambini più poveri dei paesi del terzo mondo, particolarmente in Africa. La Presidente Loretta Bianchi ha apprezzato il lavoro svolto in Bénin dalla nostra ONG e ci ha proposto una collaborazione che si materializza, se tutto va bene, con la fornitura di un Mini-riunito portatile per dentisti e un Ecografo ostetrico-ginecologico che verranno utilizzati da Guido e da Paola nell'orfanotrofio per neonati abbandonati gestito dalle suore di Notre Dame des Apotres, durante le sue consultazioni alle gravide più bisognose.
COS’È UN “MINI RIUNITO PORTATILE”
per “RIUNITO” si intende di solito la “poltrona del dentista” che “riunisce”in sé tutti gli strumenti essenziali per poter esercitare l’attività odontoiatrica: trapano, aspira-saliva, siringa
aria-acqua, lampada.
Quando il dentista deve lavorare al di fuori dello studio, la poltrona, allora il “RIUNITO” deve diventare “MINI” cioè deve condensare tutti gli strumenti indispensabili in uno spazio molto ristretto, come una valigia o un trolley su ruote, per poter essere facilmente trasportabile e ed essere utilizzato di fianco al letto di un paziente in ospedale, in una casa di riposo per anziani,
oppure in Africa, nei villaggi sperduti della savana, dove a volte arrivano solo pochissimi e coraggiosi dentisti volontari per praticare le terapie dentali più urgenti e indispensabili … quelle che l’O.M.S. chiama “O.U.T.": Oral Urgent Treatment.
Si tratta in pratica di “estrazioni dentali” da eseguire in pazienti nei quali la carie, che è un’infezione batterica, ha causato dapprima la distruzione dei denti e che poi, non venendo curata, provoca gravi infezioni e ascessi con fistole cutanee devastanti, che, impedendo l'alimentazione, possono portare anche alla morte dei pazienti
Ecco una delle motivazioni che hanno spinto il Dr. Guido Corradi (che è attualmente vicepresidente dell’ASSOCIAZIONE IL SORRISO DI BRIGHT e membro della ONG SoPADA) a fare il dentista volontario in AFRICA.
Ha iniziato otre 25 anni fa, nel lontano 1998, e da allora non ha mai smesso di recarsi ogni anno, a volte anche due volte all’anno, durante il periodo delle ferie, in Ghana, nell’ospedale di una missione comboniana: il Comboni Hospital di Sogakope-Volta Region.
Negli ultimi anni, con l’aumentare dell’esperienza e della conoscenza dell’Africa e dei suoi bisogni, ha spostato il suo raggio di azione in due paesi confinanti e ancora più poveri del Ghana: il TOGO e il BENIN, esercitando la sua attività di dentista volontario in alcuni Centri Sanitari rurali di alcune cittadine del centro-nord dei due paesi, le zone più povere e prive di strutture sanitarie.
Ha così allestito un nuovo ambulatorio odontoiatrico nel Centre de Santè di Kolowarè, in Togo (che ospita ancora diversi lebbrosi) ma poiché la popolazione del luogo era molto povera e non poteva nemmeno permettersi di pagare la piccola cifra richiesta (corrispondente a 1,5 €), non veniva in ambulatorio a farsi curare. E così il Dr. Corradi ha deciso di recarsi direttamente nei villaggi dei dintorni, sperduti nella “brousse” (savana) per curare la popolazione locale presso le loro stesse abitazioni, piccole case dai muri di fango e dai tetti di paglia, oppure ai lati della strada, all’ombra di una pianta.
Non è facile esercitare l’odontoiatria in quelle condizioni, senza la poltrona, con il paziente seduto su una sedia a sdraio, senza la luce della lampada, senza aspira-saliva e quindi in mezzo al sangue e alle mosche, avendo a disposizione solo le mani e le pinze da estrazione, per ore e ore sotto il sole. È molto faticoso e serve anche molta capacità ed esperienza.
Il Dr. Corradi capisce che, in quelle condizioni estreme, sarebbe molto utile poter avere a disposizione ed utilizzare un MINI-RIUNITO PORTATILE.
È per questo che l’anno successivo, in BENIN, quando la locale Onlus SO.P.A.D.A. lo invita a svolgere attività di volontariato odontoiatrico gratuito presso lo C.T.A.L. (Centre di Trattamento Anti Lebbra) - un villaggio per lebbrosi della fondazione Roul Follerau ma che è anche un Dispensario Sanitario per la popolazione dei dintorni - il Dr. Corradi decide di utilizzare un MINI-RIUNITO PORTATILE, chiedendolo in prestito a degli amici volontari italiani che operano nel vicino Togo.
Lavorare con il Mini-riunito è molto più facile, potendo ad esempio aspirare il sangue e la saliva
dalla bocca dei pazienti e quindi avere una visione migliore del campo operatorio.
Avendo a disposizione il MINI-RIUNITO PORTATILE è possibile non solo eseguire estrazioni, ma anche cercare di “curare i denti” … in particolare quelli dei bambini-soprattutto i denti anteriori cariati –evitando così di doverli estrarre, deturpando per sempre il loro sorriso!
E ricevendo, in cambio di un’otturazione, il bacio di un bambino felice di poter sorridere di nuovo!
Anche quest’anno la ONG SoPADA (Organizzazione Non Governativa) - che opera in BENIN – ha chiesto al Dr. Corradi di tornare a svolgere la sua attività di volontariato odontoiatrico presso due Dispensari Sanitari, uno nel sud del paese -a OUIDAH -gestito dalle Suore della Congregazione africana “Notre Dame des Apotres” – e uno nel centro-nord del Benin, a PENESSOULOU, nel comune di BASSILA, un piccolo ospedale rurale gestito dallo stato. A Penessoulou ha sede anche l’azienda di agricoltura sostenibile (Solidarité Pour l’Amélioration et le Dévelopement Agricole) che ha dato il nome anche alla ONG che svolge attività sociale e umanitaria.
Si sta così ormai delineando un rapporto di proficua collaborazione tra due Associazioni di volontariato: “SoPADA” in Benin, tramite il suo Responsabile Affari Sociali, Andrea Puglisi e sua moglie Paola e “IL SORRISO DI BRIGHTO.D.V.” in Italia (www.ilsorrisodibright.org), tramite Il Dr. Corradi che è socio fondatore ed opera in entrambe le due Associazioni.
Ma il presidente del “Sorriso di Bright” -Loretta Bianchi -ha deciso di dare un segnale forte e inequivocabile di questa sinergia di intenti fra Italia e Africa decidendo di acquistare - solo dopo aver lanciato un’apposita campagna di raccolta fondi – sia un MINIRIUNITO PORTATILE che un ECOGRAFO OSTETRICO-GINECOLOGICO PORTATILE da mettere a disposizione di SoPADA e delle sue numerose iniziative umanitarie in Benin.
Il Dr. Guido porterà quindi con sé IN BENIN, nel prossimo mese di agosto, ed utilizzerà il MINIRIUNITO PORTATILE sul posto; mentre l’ECOGRAFO PORTATILE sarà consegnato nelle mani di Andrea e Paola - che si trovano momentaneamente in Italia per cure mediche - per essere poi utilizzati da Paola, che è un’ostetrica professionale in pensione, negli ambulatori delle maternità in cui lei presta la sua opera di volontariato.
È bella questa volontà di collaborare e interagire fra due Associazioni umanitarie! Permette di razionalizzare le forze, cioè di utilizzare al meglio le sempre, purtroppo, scarse risorse economiche e di poter realizzare obiettivi che, da soli, non si riuscirebbero a raggiungere.
Il costo del mini riunito portatile è di 1790 €
Naturalmente abbiamo evitato di scegliere gli apparecchi più costosi, ma anche quelli più economici provenienti dalla Cina, optando per una vecchia e buona ditta italiana: la De Giorgi.
Si tratta dell’apparecchio che ho già usato un anno fa in Benin e che si vede nelle immagini.
Credo che abbia il miglior rapporto qualità/prezzo.
Confido, come sempre, nella sensibilità e nella generosità degli italiani nei confronti di progetti umanitari utili, credibili e concreti. L’obiettivo che ci prefiggiamo non è affatto facile da
realizzare … ma è semplice da capire: alleviare il dolore e ridare un sorriso a chi non può curarsi!
Guido Corradi
Andrea Puglisi
Associazione IL SORRISO DI BRIGHT -O.D.V. www.ilsorrisodibright.org
Associazione ONG SOPADA www.sopada.org
Finalmente siamo arrivati alla felice conclusione. SOPADA aveva in pancia da tempo una somma che, per espressa volontà della donatrice (anonima), era destinata alla popouniere di Ouidah, l’orfanotrofio dei neonati abbandonati. Aspettavamo solo che ci fosse sottoposto un progetto volto al miglioramento sostanziale della permanenza dei bimbi. In città sono davvero molto frequenti i Black-out. Quando avvengono di notte i bimbi trovandosi completamente al buio, vivono momenti di paura che a volte si protraggono per lunghe ore. Sono più di trenta e non è possibile consolarli tutti. Così è nata l’idea di dotare di un impianto solare il centro. L’installatore si è reso disponibile a cedere e installare l’impianto in parte a credito. Noi abbiamo messo circa la metà dell’importo totale consentendo l’inizio dei lavori. L’operazione consentirà un risparmio energetico di circa 300€ al mese, che da queste parti sono davvero tanti soldi. Questa mattina, con immensa gioia, abbiamo consegnato a Suor Lucrezia e alla sua consorella l’assegno di un milione di Fr.CFA che corrispondono a circa 1500€. Sono poi andato sul cantiere di lavoro per constatare l’effettiva installazione che è in corso. I bimbi dell’orfanotrofio potranno dormire sonni tranquilli e quando apriranno gli occhi saranno sempre rassicurati dal chiarore di una lampadina.
A seguito di un importante donazione fatta da una persona che vuole mantenere l’anonimato, abbiamo pensato ad un progetto strutturale per mantenere ed eventualmente implementare tutte le attività del lebbrosario di Ouidah, con particolare attenzione ad aumentare la qualità di vita dei lebbrosi residenti. Già dal mese di giugno, quando abbiamo saputo delle intenzioni di questo benefattore, ci siamo adoperati per progettare una serie di attività per sfruttare le grandi risorse di cui dispongono le suore. Abbiamo individuato diverse attività attuabili in tempi relativamente brevi. Per il progetto sono stati stanziati 8600€. Così abbiamo già iniziato da settembre con:
- allevamenti di ovini, di suini e di polli da carne
- Lo sfruttamento di tre ettari di terreno, approfittando della piccola stagione delle piogge, per coltivare mais e arachidi
- La produzione di olio di palma dalle numerose palme presenti nei terreni della proprietà
- La coltivazione di manioca su circa due ettari e la sua trasformazione in farina (garì) e tapioca ottenuta dal suo amido.
- In fase di installazione abbiamo un orto che ospiterà vari tipi di ortaggi e legumi su una superficie di un ettaro con irrigazione goccia a goccia per garantire una produzione costante tutto l’anno, anche durante la stagione secca.
All’interno della proprietà insistono molte piante di mango, limoni, papaie e palme da cocco. Finora, a parte le palme da cocco, i frutti venivano solo in piccola parte consumati nella casa delle suore e fra i malati, un’altra parte venivano rubati dagli abitanti dei villaggi limitrofi, ma la maggior parte marcivano sugli alberi; ora organizzeremo delle raccolte e la vendita diretta al mercato Kpassè.
Alcune attrezzature già presenti erano rotte e quindi inutilizzate per mancanza di risorse. Col budget a disposizione abbiamo effettuato la loro riparazione, in particolare una pressa a olio per produrre l’olio di palma, il mulino per macinare le granaglie e preparare i mangimi, e un motocarro a tre ruote per vari trasporti funzionali alle attività. In più abbiamo acquistato la macchina per macinare la manioca, che ci permette la trasformazione del prodotto in altri prodotti a valore aggiunto e in questi giorni acquisteremo una incubatrice per incrementare la produzione di pulcini. Il programma è gestito per il primo anno dalla ONG SOPADA, nella mia persona, ma posso contare sulla collaborazione attiva di Ibrahim, addetto all’allevamento di montoni e galline da carne, Ines, sua moglie, che si occupa con grande dedizione della porcilaia, Ernest, esperto agricoltore che si occupa delle colture dei campi, Isaak, che lo coadiuva ma che è specializzato nell’orto. La moglie di Ernest poi è a disposizione per coprire il giorno di riposo di Ines e per altri piccoli lavori che si presentano di volta in volta nell’azienda. La nostra speranza è che le varie attività, proprio perché molto diversificate, possano produrre un reddito certo anche per gli anni a venire quando SOPADA non avrà più la gestione, conservando e auspicabilmente aumentando anche il numero degli addetti e con essi i profitti affinchè possano aiutare a migliorare i servizi sanitari del dispensario, le strutture che ospitano i malati e di conseguenza la loro qualità di vita. Incrociamo le dita!
Nell’ottica di aiutare le donne in gravidanza, ma anche quelle che non lo sono, ad una corretta gestione della maternità, SOPADA, grazie a Paola, ha organizzato questo incontro mensile nei locali della Parrocchia della Basilica di Ouidah. È completamente gratuito e certamente sarà di aiuto per una gestione responsabile della maternità soprattutto nell’ambito di quelle sacche di povertà materiale di cui soffrono ancore molte famiglie in BENIN.
In un clima festoso e un po’ “disordinato”, questa mattina siamo riusciti eroicamente a consegnare gli zainetti con le forniture scolastiche complete per 127 bambini orfani dei quartieri di Fonsramey e Agbani (Ouidah) distribuiti nei due rispettivi plessi scolastici. Abbiamo invitato diverse autorità locali, tra le quali anche il sindaco di Ouidah che, dopo averci fatto attendere un’ora oltre l’orario programmato ha mandato il suo aggiunto a fare presenza al posto suo. Sia chiaro: in BENIN, come in tutta l’Africa, sembra essere molto importante la presenza delle autorità durante questi eventi, i quali godono del loro momento di gloria utilizzandoli come passerella. Il ritardo del primo cittadino, che poi si è fatto sostituire, ci ha molto infastidito, perché il nostro rispetto va, prima che ai politici, agli ultimi, che sono i destinatari dei nostri sforzi. Detto ciò, dopo i discorsi di rito delle autorità, siamo passati alla consegna degli zainetti che contenevano numerosi quaderni, numerose penne a sfera, pastelli colorati, compasso con goniometro, righello, squadra matite e gomme, lavagnetta e i libri di testo per le varie classi e la divisa scolastica. In tutti i casi si trattava di bambini orfani, in età da scuola primaria, impossibilitati a frequentarla per mancanza di risorse. Sono loro il futuro del Paese, dobbiamo offrire loro il “nutrimento per la mente”, prima ancora di quello per la pancia che, grazie a Dio, in quest’area dell’Africa non manca. Saranno loro a dover gestire le sfide globali di domani, con le loro risorse, il loro bagaglio culturale e la loro passione. Dovranno riprendere il possesso delle loro terre troppo sfruttate nei secoli da “altri” che venivano con prepotenza da lontano. È in questa ottica che cerchiamo di aiutare le giovani generazioni a prendere coscienza delle loro potenzialità e metterle al servizio di tutti. Perché esiste un diritto inalienabile: quello di nascere, vivere e prosperare nel proprio paese. La ONG SOPADA ringrazia tutti i donatori italiani, di tutta Italia, ma anche i numerosi amici di Cadelbosco, Reggio Emilia e dintorni, senza i quali non saremmo stati capaci di arrivare a soddisfare un numero così elevato di orfani bisognosi. Un doveroso ringraziamento va poi ad Ibrahim Abou , membro attivo di Sopada e il capo quartiere di Zongo che hanno organizzato l'evento. E un grazie anche a Ramos Vodounon e Koudoda Elisée Barboza collaboratori fedeli, che ci hanno aiutato nella consegna degli zaini.
Non possiamo dimenticare poi gli altri 39 alunni e studenti di Penessoulou, delle primarie, secondarie e superiori di cui parleremo in un post a parte, ma che fanno parte dello stesso progetto finanziato da SOPADA tramite gli amici che di seguito elenco:
-sanitari di Montecchio
-Annamaria Benassi
-Luca Bigliardi
-Corrado Askerz
-Rossi Rossella
-Rita Rita Benatti
-Arianna Zanetti
- Simonetta Bertozzi
-Marzia Conti
- Patrizia Benassi
-Pedroni Maria
-Paolo Cagossi Palli Paolo
-Annamaria LaMeri Catellani
-Giuliano Bondavalli & Valeria Bondavalli
- Jonathan Ivan Cosentini
-Anna Adriano
-Carlo Prandi
-Giuseppina Salvati
-Fontanesi Gianni
-Franco Bonilauri
- Amelia Borghi
-Nesti Simona
- Laura Spaggiari
-Annalisa Benelli
-Alessia Orlandini
-Bigi Rossana
-Garatti Ezio
-Antonio Chinnici
- Lorenzo Pinetti
-Luigi Dalla Porta
-Gianni Marconi
-Lara Munari
-Guidetti Andrea
- Maurizio Rainieri e Piccinini Francesca
Sabato 16 settembre, un nostro rappresentante SOPADA, FOUSSENI Djaffarou, si è recato a Penessolou, nel nord del paese, per consegnare le forniture scolastiche a 39 bambini e ragazzi orfani. Quest’anno ne abbiamo 5 in più che frequentano già le superiori. Tutti gli altri li abbiamo accompagnati nel loro percorso scolastico già dal 2018. Finora hanno corrisposto alle nostre aspettative, frequentando con costanza, serietà e profitto i rispettivi corsi scolastici. Noi non abbiamo potuto essere presenti perché stavamo preparando le forniture per gli altri 127 alunni orfani di Ouidah. Diverse le autorità presenti: il capo del villaggio dì Penessoulou Alidou Djibril in rappresentanza del sindaco, impedito da altri impegni a presenziare, il Presidente dell’Associazione per lo Sviluppo di Penessoulou, Sanda Aliou, due Consiglieri comunali del comune capoluogo di Bassila, Alassane Abasse e Gouda Moussa, la Presidente dell’Associazione degli Artigiani nonché rappresentante dei parenti degli alunni, Tchiffi Zouliath. La cerimonia ha avuto luogo alla “Maison des Jeunes” della circoscrizione di Penessoulou in un clima gioioso. Un grazie caloro a tutti i donatori italiani che hanno dato la possibilità a questi ragazzi di frequentare la scuola anche quest'anno.
Bellissima finale della Djegbadji League con squadra vincente Degue. L’organizzazione di questo torneo fra tutti i villaggi del litorale di Ouidah è stato possibile anche grazie a SOPADA che, con l’aiuto di Jonathan Ivan Cosentini, ha sponsorizzato l’evento.
Qualche settimana fa una donna molto sofferente è stata accompagnata in moto, attraverso una pista accidentata, al dispensario del lebbrosario di Ouidah, in condizioni disperate. Respirava faticosamente, sudava copiosamente, non poteva parlare e sembrava ormai incosciente. In effetti, nonostante tutte le manovre emergenziali per cercare di rianimarla, in assenza di saturimetro e di ossigeno, non c’è stato nemmeno il tempo per somministrarle per endovena i farmaci che forse avrebbero potuto evitare il peggio, o almeno lo avrebbero posticipato. Ed è così che per “povertà” si muore. Non sapremo mai se si sarebbe salvata dopo averla rianimata con ossigenazione forzata. Certo è che quel presidio sanitario sarebbe necessario almeno per tentare. Va detto che i pazienti così gravi non dovrebbero rivolgersi ad un dispensario dove non c’è nemmeno la presenza di un medico, ma se qualcuno arriva in quelle condizioni, un minimo di attrezzatura è indispensabile. Ed è sempre al momento giusto che arriva la Provvidenza, che si materializza in una telefonata inaspettata nella quale ci viene comunicata la volontà di una conoscente italiana (che vuole rimanere anonima), di voler contribuire con una cifra importante ad un progetto che SOPADA ritenga essere urgente. Così senza esitare abbiamo acquistato una bombola ad ossigeno da 10 litri, corredato del Pallone di Ambu, l’umidificatore, le mascherine per adulti e bambini e un saturimetro per una spesa di 506€. La somma donata era il doppio, per cui abbiamo integrato il fondo per le borse di studio dei bambini orfani che ad oggi ammonta a 2654,10€ e che certamente per settembre sarà già aumentata, grazie all’aiuto dei nostri amici italiani. Un’altra piccola goccia nell’oceano dei bisogni di quella parte più povera di popolazione che non può permettersi le cure più banali, è stata versata. E non finirà qui. È una promessa.
Un ringraziamento speciale va fatto a Suor Maria Serena (Madre Superiora), infermiera specializzata nelle malattie della pelle, Suor Ida, fisioterapista, Suor Alice, addetta al laboratorio di analisi, Micheline, infermiera d’assalto e Paola, volontaria ostetrica e infermiera. Costoro si adoperano con abnegazione e spirito di carità fraterna nella cura degli ultimi.
Approfittando del periodo post natalizio ci siamo recati al nord per visitare l”azienda agricola SOPADA. I raccolti di mais, riso, igname e soia sono terminati e il magazzino è ben rifornito. L’attività dell’azienda agricola oggi si basa sulle piantagioni di anacardo e di gmelina. Quello che è stoccato in magazzino serve per l’alimentazione delle famiglie di chi lavora, che generalmente ne ha a sufficienza per un anno intero e ciò che avanza può essere venduto, sempre a favore di quelle famiglie. La nostra visita era finalizzata, come al solito, per vedere le evoluzioni delle piantagioni, ma anche per riportare al sud un po’ di prodotti da poter condividere con i “nostri” poveri, coloro che Dio ha voluto che incrociassimo durante la nostra vita in Africa. Le piantagioni di anacardo per la prima volta hanno i loro fiori, premessa per avere i primi frutti, quelle di gmelina stanno crescendo rapidamente. È possibile ipotizzare che fra due anni circa potremmo vendere il primo legname prodotto e che ogni anno avremo un quantitativo rilevante di legname da vendere che ci consentirà di avere risorse da reinvestire in nuovi progetti. Anche la produzione di anacardo sarà presumibilmente rilevante e ci consentirà di guardare al futuro con ottimismo. Siamo soddisfatti. Carichiamo la macchina di due quintali di riso appena raccolto, che dovremo poi far decorticare e brillare con conseguente riduzione di peso di circa la metà e un gran numero di tuberi di igname, la grande patata africana, che è apprezzatissima da queste parti. Prima di rientrare ci rechiamo quindi al mulino per trattare il riso e partiamo per il sud. Una volta giunti a casa abbiamo preparato dei sacchetti da dieci chili ciascuno di riso e, a parte in un altro sacchetto, due igname, li abbiamo etichettati artigianalmente con gli auguri di SOPADA e li abbiamo distribuiti alle famiglie più bisognose che conosciamo a Ouidah. Ai più indigenti abbiamo aggiunto anche un discreto quantitativo di farina di tapioca, molto appetitoso e ricco di vitamine e di fibre.
È un piccolo gesto che ci ha consentito di comprendere meglio di quanta sincera riconoscenza sono capaci le persone più umili. Qualcosa che commuove e fa riflettere. E noi questa riflessione ce la porteremo nel cuore per tutto l’anno prossimo. Buon 2023 a tutti!
Primo giorno di scuola per Malick al Liceo tecnico di Ouidah, una delle migliori scuole superiori del Bénin. La sua storia - segnalata da Ibrahim (nella foto) - ci ha toccato particolarmente. Diciottenne, orfano di padre e di madre. Nessuno si occupa di lui da quando, recentemente, un signore franco-beninese che lo sosteneva negli studi si è ammalato ed è morto. Ha provato a lavorare per cercare di racimolare la cifra che serve per iscriversi al terzo anno del corso di ragioneria e contabilità, ma tale somma è e sarà sempre troppo elevata per lui. È un ragazzo timido, molto ordinato ed educato. Ci deve tenere davvero tanto ad andare a scuola se si preoccupa di trovare i mezzi per frequentarla prima di quelli che gli servono semplicemente per vivere! SOPADA non è stata indifferente e ha deciso di sostenerlo in tutte le spese necessarie. Lo abbiamo fatto con la raccomandazione di mettercela davvero tutta. Lo terremo monitorato. Dai fondi che restavano dalle donazioni fatte per le borse di studio (circa 1000€) abbiamo tolto quindi i 151€ per poterlo iscrivere, comprargli tutti i libri necessari, due paia di scarpe chiuse e la divisa kaki del liceo obbligatori per frequentare. Per lui il nostro impegno - qualora dimostrasse di meritarlo - sarà di accompagnarlo fino al diploma di maturità. Tanti auguri, caro Malick, non ci deludere e non deludere gli italiani che da lontano ti hanno sostenuto col cuore privandosi di qualcosa.
Ora che anche Paola è in Benin, SOPADA ha una risorsa in più: una ostetrica grazie alla quale potremo organizzare consultazioni prenatali per le puerpere che non hanno i mezzi per farle negli ospedali pubblici. Per farlo ha diverse strumentazioni. Quello che mancava per migliori controlli accurati, era un apparecchio doppler per il rilevamento del battito fetale. Abbiamo dunque approfittato per acquistarlo in Italia, il migliore, lo stesso modello che viene utilizzato nelle unità sanitarie dell’Emilia-romagna. Sì, perché ricchi o poveri devono avere diritto ad un servizio di qualità, senza compromessi. L’apparecchio è stato acquistato nuovo a 503€. Tale somma l’abbiamo prelevata dal fondo per la scolarità degli orfani. Spero non ce ne vogliano i donatori che ci hanno aiutato negli ultimi mesi. Restano comunque ancora quasi 1000€ che aggiunti a quelli che, si spera, arriveranno nel corso del 2022/2023, copriranno le spese per consentire agli orfani della scuola di Fonsramey (Ouidah) e quella di Penessolou, al nord, come di consueto di frequentare con tutte le forniture necessarie. Grazie ancora a tutti. Il merito è di tutti coloro che hanno creduto nei nostri progetti. Noi facciamo solo da tramite e da garanti tra voi e i destinatari. Nessun euro viene sprecato per compiacere qualcuno.
Regione della Donga, Nord del Bénin.
Sono 31 i ragazzi e ragazze che hanno beneficiato delle borse di studio donate per mezzo di Sopada dagli amici italiani. Nella sede del comune di Penessolou a rappresentare SOPADA c’era Djaffarou FOUSSENI, Aliou Alidou, Gouda Moussa, per il capo Arrondissement M.me Idrissou Roukaya che a sua volta ha rappresentato i tutori degli orfani beneficiari. In quella sede , sabato 1 ottobre, sono stati consegnati i kit scolastici nelle mani dei ragazzi orfani che potranno continuare il loro ciclo di studi. Ricordiamo che per molti di loro questo è il quinto anno che vengono sostenuti da SOPADA. Il nostro obbiettivo è di aiutarli fino al diploma di maturità e, per i più meritevoli, fino all’università. I ragazzi ringraziano di cuore Barbara Abbate, Brenno e Paola, Antonino Chinnici (Palermo), Cristina Candiani, Luigi Dalla Porta, Lorenzo Pinetti, Patrizia Lusuardi, Pina Salvati e Fontanesi Gianni, i Sanitari di Montecchio E., Serenella Tozzi (Roma), Annamaria Catellani, Lara Munari e Andrea Guidetti. Va detto che molti altri donatori si sono aggiunti dopo le varie consegne dei kit scolastici, e che verranno ricordati durante le prossime iniziative a favore degli ultimi che programmeremo i prossimi mesi.
Regione della Donga, Nord del Bénin.
Sono 31 i ragazzi e ragazze che hanno beneficiato delle borse di studio donate per mezzo di Sopada dagli amici italiani. Nella sede del comune di Penessolou a rappresentare SOPADA c’era Djaffarou FOUSSENI, Aliou Alidou, Gouda Moussa, per il capo Arrondissement M.me Idrissou Roukaya che a sua volta ha rappresentato i tutori degli orfani beneficiari. In quella sede , sabato 1 ottobre, sono stati consegnati i kit scolastici nelle mani dei ragazzi orfani che potranno continuare il loro ciclo di studi. Ricordiamo che per molti di loro questo è il quinto anno che vengono sostenuti da SOPADA. Il nostro obbiettivo è di aiutarli fino al diploma di maturità e, per i più meritevoli, fino all’università. I ragazzi ringraziano di cuore Barbara Abbate, Brenno e Paola, Antonino Chinnici (Palermo), Cristina Candiani, Luigi Dalla Porta, Lorenzo Pinetti, Patrizia Lusuardi, Pina Salvati e Fontanesi Gianni, i Sanitari di Montecchio E., Serenella Tozzi (Roma), Annamaria Catellani, Lara Munari e Andrea Guidetti. Va detto che molti altri donatori si sono aggiunti dopo le varie consegne dei kit scolastici, e che verranno ricordati durante le prossime iniziative a favore degli ultimi che programmeremo i prossimi mesi.
Quando ti avvicini ad una scuola primaria africana respiri subito aria di positività. E la scuola di Djegbadj non fa certo eccezione. Anche perché oggi Sopada è presente per consegnare ai 38 bambini orfani del villaggio di Deguè la fornitura scolastica necessaria ad ognuno di loro per poter frequentare. Anche se compaio in diverse foto i veri protagonisti sono i bambini e soprattutto tutti gli amici italiani che con le loro offerte hanno reso possibile qualcosa che per loro sembra un sogno e che oggi si è realizzato. Il tutto è stato accompagnato da una piccola cerimonia dove le autorità scolastiche e pubbliche hanno esternato la loro gratitudine e raccomandato ai beneficiari di prendersi cura del materiale donato ma soprattutto di prendere molto seriamente la possibilità di avere una istruzione, cosa purtroppo non ancora scontata da queste parti. Ringraziamo per la loro presenza le autorità locali nelle persone di Theodore Tossou, Vice Presidente dell'associazione e sviluppo di Déguè, Sylver Kodegbe, incaricato all'educazione e il Direttore del plesso scolastico Edgard Hounton. Un ringraziamento particolare anche ai collaboratori Sopada di Ouidah, Ramos e Elisée Vudounon, senza i quali certamente non sarebbe stato facile organizzare l'evento.
#aiutiamoliacasalorodavvero
Ibrahim mi conduce nel buio totale dentro un cortile dove vivono alcune famiglie. Raggiungiamo a tentoni un'abitazione piccola, priva di elettricità. Si intravvedono le sagome dei due bambini, chiaramente di età diverse. Questi due piccoli tesori, non sono mai andati a scuola. I loro genitori sono morti. Vivono insieme ad una zia in povertà assoluta, tanto che non ha mai potuto permettersi di mandarli a scuola. Eccezionalmente, al di fuori del programma di aiuti per gli orfani della scuola di Djegbadji, abbiamo voluto dare loro la possibilità di frequentare la prima classe con il proposito di aiutarli anche per gli anni a venire. Per domani sono pronti con il loro zainetto pieno di tutto l'occorrente: due matite, temperino, tre quaderni, otto biro di quattro colori diversi, lavagnetta, pastelli colorati, quaderno da disegno, testi di matematica e francese e la divisa kaki. Buona vita piccoli!
I ragazzi di SOPADA ci hanno segnalato il caso di un operaio dei campi che avrebbe avuto bisogno di una estrazione dentale. Approfittando della presenza di Guido, nostro socio e dentista, in BENIN a metà agosto, si è provato ad indagare se fosse stato opportuno organizzare una seduta collettiva per eseguire le estrazioni dei denti malati, causa di ascessi non più recuperabili di coloro che vivono nei paraggi della nostra azienda agricola. Sappiamo che i nostri vicini sono anche coloro che con il loro bestiame invadono i nostri campi senza il nostro permesso: i Peul. Ci sembra un bel segnale di distensione. Noi, in qualche modo parte lesa, ci offriamo di aiutarli a risolvere i loro problemi sanitari in modo totalmente gratuito. Un gesto che li spiazza e che li vede anche un po’ sospettosi. Diamo loro appuntamento il 16 agosto, proprio in prossimità dell’azienda e di un villaggio Peul. Si presentano solo in 4. Prepariamo il campo sanitario in una situazione difficile e inconsueta, sotto l’ombra di qualche pianta di anacardo, con un tempo incerto, sempre pronto a regalare un bell’acquazzone, che poi fortunatamente non arriva. I ferri sono già imbustati in campo sterile. Prepariamo quindi dei recipienti con disinfettante sempre pronto per accogliere i ferri usati. Guido indossa i suoi indumenti candidi e comincia ad “operare” previa anestesia locale. Nel frattempo arrivano altre persone, alcune con i loro animali al seguito, chi ad osservare stupito, chi per farsi togliere il dente causa di tanto male. I primi pazienti, una volta operati, partono riconoscenti ed increduli per non essersi visto chiedere il corrispettivo della prestazione. Tornano ai loro villaggi confermando che è tutto gratis. Da quel momento comincia la processione e i pazienti ben presto diventano una ventina, tanto che siamo arrivati alla fine che avevamo quasi esaurito antibiotici, Oki e colluttori. La poltrona del paziente era una sdraia recuperata a casa mia, la sputacchiera un bidone da carburante tagliato a metà, così come la pattumiera. La sedia del dentista una normale sedia in legno è un tavolino rustico serviva come appoggio degli strumenti e del materiale di consumo. Molto essenziale. Ma decisamente efficace a giudicare dalle persone incontrate lungo le piste di campagna che imploravano di essere visitati a loro volta anche dopo la sessione di lavoro. Una donna in particolare aveva un ascesso molto grave che da solo non poteva guarire. Non era possibile intervenire se non dopo una forte dose di antibiotici così le abbiamo dato appuntamento dopo due giorni, sperando sull’effetto del farmaco. All’appuntamento c’erano anche altre persone pronte a farsi visitare. Il problema della cura dentale è molto serio nelle aree rurali, un po’ per la mancanza di igiene sistematica, un po’ per mancanza di mezzi. La priorità è nutrirsi più che curarsi. Entrambe le cose non sono possibili. Quindi anche l’azione di Guido, fatta con il suo grande cuore e la sua professionalità proverbiale, non è che una goccia nell’oceano, ma ha lasciato una grande traccia. Già nel 2019 infatti il Dott. Guido Corradi aveva tenuto un ciclo di estrazioni nel corso di due intere giornate per soddisfare tutte le esigenze di Penessolou. E al villaggio non hanno dimenticato. È una esperienza umana che ha arricchito tutti, da una parte e dall’altra e che ci si propone di ripetere in futuro.
#aiutiamoliacasalorodavvero
C’è un luogo a Ouidah dove tre giovani suore gestiscono un orfanotrofio con grande professionalità ed empatia, che si è allargato ed eroga anche servizi sanitari di qualità. L’attività principale rimane quello dell’accoglienza dei bambini rimasti senza genitori, abbandonati o con famiglie alle spalle molto problematiche. Il complesso sorge in zona periferica, quasi in campagna direi. Si raggiunge solo tramite una strada sterrata. La struttura è composta da vari padiglioni e edifici immersi in un grande giardino, tra i quali non mancano anche i luoghi di preghiera, che rimangono fondamentali per sostenere spiritualmente le sorelle che si spendono per questi meravigliosi bambini. Sono più di trenta, la maggior parte sotto i cinque anni. Ci sono anche due o tre ragazzine più grandi che ormai sono in grado di aiutare le suore nel seguire i bimbi più piccoli. L’impressione è quella di essere in una famiglia, molto allargata, dove non mancano gli ingredienti fondamentali per una crescita sana dei piccoli ospiti. Il primo fra tutti è l’amore che si respira fin dai primi momenti in cui ci si ritrova in quel contesto. Ieri Sopada ha avuto il privilegio di donare una notevole quantità di vestitini proprio adatti ai bambini presenti, generosamente forniti dall’amica di sempre Simonetta Bertozzi. Dopo un primo approccio caratterizzato dalla curiosità, gli orfanelli ci hanno letteralmente assaliti. Ognuno di loro voleva occupare il loro posto sulle nostre ginocchia, o in groppa. Le loro “manine” erano dappertutto! Davvero un bel momento. Terremo sott’occhio quella bellissima realtà, che si regge esclusivamente con la carità di singoli benefattori e ONG. Un grande grazie a Ramos Ramos Vodounon, valido collaboratore di SOPADA per la regione dell’Atlantique.
Mathieu è un ragazzo di 15 anni portatore di handicap, nato durante un parto gemellare complicato. Suo fratello non ha avuto conseguenze, lui purtroppo sì. Certamente per la famiglia in estrema povertà non è facile curarlo, eppure per come è amato e coccolato, sembra una benedizione. Ho trovato dei genitori allegri, positivi, grati. Abitano in un quartiere di Ouidah, fatto di piccole case attaccate l’una all’altra, costruite in terra di laterite cruda. Il cortile sabbioso è ordinato e pulito. Il vicinato vive in simbiosi con loro e la solidarietà sembra una cosa del tutto scontata. La nostra presenza ha portato molta gioia. Infatti da oggi la famiglia non dovrà più fare i salti mortali per avere a noleggio una carrozzina sgangherata con la quale Mathieu non può nemmeno trovare un appoggio per i suoi piedi. Quella che gli abbiamo portato è tutta sua, nuova e adattata opportunamente alla sua disabilità. Sarebbe sufficiente guardare le foto per capire il carattere dolce e gioviale di Mathieu. Non è facile vedere ragazzini consapevoli dei propri limiti fisici esprimere tanta gioia e serenità. E il nostro cuore resta “toccato”, la nostra mente “disorientata” ed è facile provare un senso di vergogna per la fortuna che abbiamo ad essere – come si dice – “normali”, e di avere il coraggio di lamentarci sempre. Personalmente l’esperienza di oggi mi porta a provare un forte sentimento di gratitudine verso quel piccolo ragazzo, che per il pensiero comune sembra essere una specie di “sbaglio della natura”, dal punto di vista efficientistico delle società moderne non porta alcun vantaggio. Eppure siamo partiti con l’intenzione di regalare semplicemente una carrozzina, e siamo tornati col regalo più grande che poteva farci: il suo sorriso. Ma anche un motivo in più per riflettere sulla gerarchia dei nostri valori.
Ci corre l’obbligo (e lo facciamo volentieri) di ringraziare ancora una volta Carlo Prandi e sua moglie che generosamente hanno finanziato il progetto.
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Da ieri Miracle, ragazzo disabile di 16 anni ha il suo “triciclo” che lo rende pienamente indipendente nei suoi spostamenti. Purtroppo è un po’ indietro con la scuola proprio per il suo problema di mobilità. Le sue gambe non lo sostengono dalla nascita. Eppure è un ragazzo intelligente, vivace e pieno di ambizioni. Quindi cercherà di completare il suo ciclo scolastico obbligatorio. Ma il suo sogno nel cassetto è imparare il mestiere di calzolaio. Sappiamo certamente che ne avrebbe le capacità. Ma il corso professionale per l’apprendimento ha un costo e lui dovrebbe rimanere per tutta la durata in un collegio dove comunque è richiesta una piccola cifra per il vitto e l’alloggio. Vedremo. Per ora ci accontentiamo di avergli dato questo strumento fondamentale insieme ad una cifra per la sorella, che si occupa di lui. Con quella cifra sono stati acquistati all’ingrosso prodotti facilmente vendibili al mercato, che rappresentino quindi l’avvio di una nuova fonte di sostentamento, dato che i due genitori di Miracle sono morti. Abbiamo portato il triciclo, con avanzamento a braccia, direttamente a casa del ragazzo che ci aspettava trepidante. Ciò che ci ha commosso di più è stata la sua gioia insieme a quella della sorella e del nipotino che sembrava perfino geloso del nuovo “gioiellino” destinato allo zio. Credevamo di trovare un ragazzo triste, come spesso nell’immaginario comune ci si aspetta da un disabile, invece ci siamo trovati di fronte ad un ragazzo gioioso, simpatico e soprattutto amato. Credo che ciò che gli mancasse fosse solo un po’ di autonomia, sebbene, ci raccontava l’assistente sociale Jovinca, sia pieno di iniziativa, si destreggia bene in ogni cosa. È in grado di essere d’aiuto in famiglia perfino prelevando l’acqua dal pozzo. Una vera forza della natura! I suoi primi test sul triciclo lo vedono un po’ impacciato, ma ben presto avrà già la piena padronanza del mezzo. Conoscerlo è stata un’esperienza toccante ma gioiosa al tempo stesso. Come lo sono stati i momenti vissuti con lui durante la consegna insieme alla sorella, il nipotino, Jovinca e Sylvestre, Paola ed io (come rappresentanti SOPADA). Questo è il primo di tre tricicli che saranno consegnati la prossima settimana. L’evento di ieri è stato possibile grazie a Carlo Prandi che ha finanziato questo progetto e che ringraziamo di cuore a nome di SOPADA e soprattutto di MIRACLE.
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Pascal è un ragazzino di 8 anni disabile motorio dalla nascita. È orfano di padre. Frequenta la classe quarta con grande profitto. La sua scuola si trova in una zona rurale ad una decina di chilometri da Ouidah. Ogni mattina sua mamma lo carica sulle spalle e lo accompagna alle lezioni. Pascal è stato oggetto della nostra attenzione. Il suo caso ci è stato proposto dalla associazione “Raoul Follerau” ed è stato accolto con entusiasmo dall’amico Jonathan Ivan Cosentini, che si è voluto fare carico di finanziare il triciclo col quale Pascal potrà muoversi e spostarsi in completa autonomia per molti anni. Infatti il veicolo è studiato per “crescere” insieme a lui, con il suo comodo sedile regolabile. È rapportato in modo agile dato che la sua forza è quella di un bambino, ma in futuro il rapporto potrà essere cambiato. Siamo andati a cercarlo a scuola dove lui e i suoi numerosi compagni di classe ci attendevano ansiosi di festeggiare insieme a lui il regalo tanto ambito. Potremmo dire che si tratta del suo regalo di compleanno visto che cade il giorno di Pasqua, ormai imminente. Se è vero, come è vero, che è il giorno della Resurrezione, verrebbe da pensare che lo è un po’ anche per lui. Certamente la sua vita cambierà in meglio, ne siamo sicuri! Lo abbiamo trovato nel suo banco, in prima fila, sorridente, perfettamente integrato nel suo contesto. È uno dei primi della classe, intelligentissimo, ordinato ed educato. I suoi compagni gli vogliono bene. Non pare a disagio per la sua disabilità, forse un po’ emozionato per essere al centro della scena per un pezzo della mattinata. Ha fatto il suo “collaudo” davanti a tutti, cercando di capire come funzionava la sua bicicletta speciale. Ha provato anche il freno con evidente soddisfazione. Devo dire che tutti i presenti hanno provato grande emozione nel vedere la felicità di Pascal, di sua madre, di suo fratello e di tutti i bambini che lo hanno circondato con sincera condivisione. Rinnoviamo un grande grazie a Jonathan che insieme al triciclo ha messo a disposizione una cifra per la madre affinchè possa avviare una piccola attività di commercio, utile a sostenere la famiglia.
Il terzo ragazzo a beneficiare del nuovo triciclo è BLESSING. Abita in un meraviglioso villaggio immerso nel verde di palme e manghi. Tutto è in perfetto ordine. Le case sono ancora fatte in fango crudo di laterite. Ha 12 anni e, sebbene si muova con grande agilità (dopo la scuola va nei campi ad aiutare suo padre!), fin dalla nascita è nato con una malformazione grave agli arti inferiori. Ha un carattere un po’ timido e riservato, ma con i suoi amici cambia completamente. Tutti gli vogliono bene. Nessuno gli fa pesare il suo handicap. Ieri ha potuto ricevere il regalo tramite ONG.SOPADA e la fondazione Raoul Follerau. Ma ciò non sarebbe stato possibile senza la somma che ha messo a disposizione Carlo Prandi per il progetto.
BLESSING dopo pochi attimi di tentennamento, ha imparato subito a condurre il suo mezzo circondato dall’entusiasmo dei suoi amici, la commozione della sua mamma e anche la nostra. È stato un momento gioioso difficile da descrivere. Si è reso subito conto che quel mezzo poteva trasportare in qualche modo anche dei piccoli “passeggeri”. Gli abbiamo proposto di fare il Taxista! Si vede che è portato! Ora potrà andare a scuola senza farsi portare in groppa dai suoi compagni. È diventato un ragazzo autonomo. Una giornata, ieri, che credo rimarrà impressa nel suo e nel nostro cuore.
E' il quarto anno consecutivo che riusciamo nel nostro intento di accompagnare nel loro percorso scolastico i 24 bambini orfani di Penissolou che continuano con entusiasmo e profitto a frequentare la scuola. Siamo estremamente fieri di essere riusciti a tenere fede al nostro impegno che, lo ribadiamo, è quello di assecondare il desiderio di questi ragazzi di proseguire fino al conseguimento di un diploma ed eventualmente completarlo con una laurea per i più meritevoli. il vero cibo che serve nell'Africa di oggi è la cultura che rende più consapevoli e più adeguati a gestire il proprio futuro senza subire influenze esterne.
I donatori che hanno reso possibile tutto ciò sono: MARZIA CONTI, BARBARA BENASSI, VASCO ASCOLINI, OLIVIERI SERRI ANNA, LUCA LASAGNI E VERONICA ABBATE, ANDREA E PAOLA.
La novità di quest'anno è che siamo riusciti anche in una scuola del sud, in una circoscrizione di Ouidah, a Zongbodji a garantire le forniture scolastiche per altri 28 bambini orfani grazie ad una importante donazione di pompe da bricolage che la ditta XFORM di Reggio Emilia ci ha donato e che in parte abbiamo venduto proprio per finanziare questo progetto. A questa donazione se ne sono aggiunte altre da soggetti privati che ci piace menzionare:
Luigi Dalla Porta, Annamaria Lorenzini e consorte, Anna Barbieri e consorte e Serenella Tozzi. Un caloroso ringraziamento va all'amico Ramos Voudunon e al fratello Elisée che mi hanno sostituito nella consegna dato che proprio in quel periodo stavo combattendo la mia battaglia col covid.
In un clima molto festoso si è svolto a Penissoulou un quadrangolare di calcio organizzato da SOPADA. L'abbiamo usato come pretesto non solo per regalare un momento di gioia festosa al villaggio, ma anche per ringraziare Simonetta Soncini che ha fatto da tramite a ASD PROGETTO INTESA ALL CAMP che ha donato maglie e calzoncini da calcio che erano stati usati solo poche volte dalle loro squadre della provincia di Reggio Emilia. Già che c'eravamo abbiamo colto l'occasione per acquistare un vero pallone regolamentare in cuoio. Quello che a noi sembra ben poca cosa qui viene vissuto con entusiasmo. A tale proposito ci siamo dati un obbiettivo: organizzare in un futuro non troppo lontano un torneo vero e proprio tra i vari villaggi che si trovano nel comune di Bassila, con tanto di coppe e trofei. Tale evento, che sarà ripetuto ogni anno e si chiamerà "Trofeo Sopada". Chissà che da quel campo polveroso qualcuno possa prendere il "volo" per altri campi lontani?
Anche quest'anno è stato possibile fornire una borsa di studio agli scolari orfani del villaggio di Penessolu. Essi vivono comunque in famiglie - spesso quelle dei nonni- che li hanno accolti ma che vivendo nell'indigenza non potrebbero permettersi di mandarli a scuola. In presenza delle autorità locali, degli insegnanti, dei ragazzi di Sopada e dei rappresentanti delle famiglie si è svolta la cerimonia di consegna. Sono 24 bambini che hanno intrapreso qualche anno fa il loro percorso scolastico con entusiasmo e dedizione, a riprova del fatto che investire nell'istruzione e nella cultura dove il terreno è fertile alla lunga paga. Saranno la classe dirigente di domani, di un'Africa che saprà combattere ad armi pari le sfide globali. Con l'aiuto degli amici italiani abbiamo potuto garantire le spese necessarie alla frequentazione dei corsi scolastici. Con la somma raccolta abbiamo provveduto a fornire un kit comprendente i libri, i quaderni, le matite, i pennarelli colorati, il compasso, il righello la squadra, il goniometro, la lavagnetta con i suoi gessetti colorati. In più sono state pagate le tasse scolastiche e abbiamo dato loro anche una cifra che servirà per la merenda quotidiana. Quest'anno, rispetto all'anno scorso abbiamo risparmiato sul preventivo, dato che molti di loro non avevano bisogno di una nuova divisa che avevamo già fornito un anno fa. Solo alcuni l'hanno sgualcita o consumata e abbiamo avuto bisogno di sostituirla. Di fatto avanzano 50 euro. Altri 100 € si sono aggiunti successivamente e resteranno disponibili per future iniziative sul posto promosse da Sopada e di cui vi daremo conto tempestivamente. Come vedete, non un solo euro viene sprecato e ancora una volta il preventivo non viene disatteso. Mi scuso per la qualità delle foto che non è altissima, d'altra parte i mezzi a disposizione dei ragazzi di Sopada sono quelli che sono! Ricordo la lista dei benefattori che elenco qui di seguito:
Un caloroso GRAZIE a tutti!
Questo pomeriggio alla “maison de la jeunesse” di Penessolou (Benin) sono state consegnate le borse di studio, per il secondo anno, ai 24 orfani del villaggio. Non mancavano le autorità locali (il capo del villaggio, la direttrice scolastica, i membri di Sopada), i bambini destinatari dell’aiuto e i loro parenti, per lo più nonni o zii. Vogliamo ricordare infatti che non ci sono orfanotrofi ed è solo grazie ai parenti che possono vivere nel calore di una famiglia. Purtroppo sono tutti più o meno indigenti ed è solo grazie alla generosità di Sopada e dei supporter italiani che possono frequentare la scuola. Ne abbiamo in età da scuola materna fino all’adolescenza. Uno di loro è già apprendista e sta imparando un mestiere manuale. Quest’anno abbiamo pensato di donare ai bambini un kit scolastico fatto di numerosi quaderni di vari tipi, 4 penne a sfera di due colori, gessi per le lavagnette, spugna per cancellare, pennarelli colorati, compasso, colla e carta per ricoprire libri e quaderni e la stoffa per confezionare la divisa. In più, una busta con una cifra che servirà al sarto per cucire su misura la divisa di ogni scolaro. Questa scelta è data dal rischio che dando solo soldi, questi vengano poi utilizzati per scopi non esattamente attinenti alla didattica, col rischio che qualche bambino diserti la scuola per mancanza di materiale. Alla fine della cerimonia di consegna, grande distribuzione di vestiti per tutti, appena arrivati via nave dall’Italia. Come previsto non abbiamo ricevuto dalle offerte la cifra totale che occorreva pari a 850€, ma solo 690€, ma come scritto in precedenza abbiamo anticipato la differenza. Se vorrete partecipare, saprete che saranno per lo scopo che, lo ribadisco, è comunque già realtà. troverete le coordinate bancarie nella pagina dei contatti. Un grandissimo grazie alla famiglia di Remigio Paterlini, alla famiglia Barbara Abbate ed Emanuele Gallo e a Corrado Askerz.
Una infermiera del piccolo ospedale di Penessolou ci ha messi a conoscenza del fatto che i letti, molto semplici dotati di materasso in gommapiuma, non erano dotati di lenzuola. Non avevamo tempo di sottoporre agli amici italiani che ci seguono una sottoscrizione, così senza perdere tempo abbiamo acquistato 60 metri di ottima stoffa bianca in cotone e dato l’incarico ad un sarto locale di confezionare 24 lenzuola. Gli abitanti del villaggio hanno quindi organizzato una bella festa con tutti gli operatori dell’ospedale, il capo del villaggio e alcune autorità religiose, per la consegna delle lenzuola. Ogni autorità ha espresso il proprio ringraziamento a turno suscitando non pochi momenti di commozione. Per noi è solo un piccolo gesto. Per loro è una cosa enorme. È proprio vero che le cose che per noi sono scontate, spesso per loro non sono nemmeno ipotizzabili! E' stato un bellissimo momento di condivisione. In questa occasione abbiamo preso anche l'impegno di costruire un nuovo padiglione per aumentare i posti letto. Speriamo che questo diventi presto realtà.
Sono riuscito ad arrivare a Pénessoulou - il villaggio nel centro/nord del BENIN - dove si trova l’Azienda agricola S.O.P.A.D.A. fondata da Andrea Puglisi, da me e da Alidou, del Benin - prima di sera .... in modo da visitare subito la piccola struttura sanitaria pubblica che qui si chiama “DISPENSAIRE” ..
Scegliamo come “sede” degli interventi il locale a dx nella foto, utilizzato per le Vaccinazioni. È perfetto per me , va solo un po’ ripulito e attrezzato.
E così il giorno successivo io, Alidou e i suoi fratelli
iniziamo a predisporre l’ambiente di lavoro....
Bisogna predisporre tutti “i ferri del mestiere” in modo ergonomico, affinchè io possa facilmente
individuarli e prenderli al bisogno; e apposite vaschette riempite di liquido che disinfetta gli strumenti a freddo, senza bisogno del calore, in cui deporli una volta usati !
Preparo un litro di disinfettante nella bottiglia d’acqua .. in cui sciolgo un’apposita polvere che ho portato da casa. La sputacchiera è un bidone di plastica .. ed è molto importante perché non abbiamo l’aspiratore. Ma faccio preparare anche tanti battufoli di cotone come tampone.
Ricevo la visita del giovane Capo del villaggio
Il Dottore che dirige il dispensario mi è di grande aiuto nel predisporre il « campo di lavoro » ... poi insieme andiamo a visitare i pazienti che già da ore sono in attesa ... per fare
una prima visita e stabilire CHI tra loro ha un’infezione in corso e quindi deve assumere un antibiotico prima di eseguire l’estrazione.
Spiego inoltre che non potrò risolvere tutti i problemi, né eseguire otturazioni! Potrò solo eseguire estrazioni che stanno causando ascessi e fistole cutanee con uscita di pus!
Inizialmente tutti, medico e infermiere del dispensario, vengono ad assistere incuriositi ..
Poi ne resta solo una !
Quasi sempre un paziente ha più di una sola estrazione da fare.
spesso chiede di farne 3 o 4 ... a un signore ho tolto 10 denti (!!) lasciandolo sdentato!
ma alla fine mi ha ringraziato contento!!
Anche l’unica infermiera che avevo sparisce (hanno i loro pazienti da fare) e così
mi faccio aiutare dal direttore del dispensario, poi anche lui sparisce e resto da solo!
Così «promuovo sul campo» il fratello di Alidou - Akim - che si era già dimostrato molto più sveglio e attento delle infermiere !
Quello che NON si può apprezzare nelle foto ... è la grande difficoltà di lavorare in quelle condizioni. Estrarre un molare dell’arcata inferiore con il paziente sdraiato è non solo un assurdo ergonomico, ma ti obbliga a lavorare per ore in una posizione che ti spacca la schiena!!
Se a tutto questo aggiungi il caldo, il sudore dei pazienti, le mosche e il fatto che nell’arco di un intero giorno non mi é stato offerto un solo bicchiere d’acqua, si può spiegare in parte la grande difficoltà di lavorare in condizioni che NON sono normali.
Un altro aspetto é quello della « estrema difficoltà tecnica » nell’eseguire certe estrazioni! Gli africani - gli uomini in particolare - sono molto forti, con un fisico possente e alti . E hanno « radici dentali » altrettanto robuste e lunghe. Aggiungi il fatto che la parte esterna del dente é cariata e rammollita da molto tempo, spesso non sai a che Santo votarti! Non hai i mezzi idonei per farlo!!
(il dente va in mille pezzi appena lo tocchi) Ma il paziente ha dolore e si aspetta da te la soluzione al suo problema! Allora tu inizi l’estrazione ma ben presto capisci che non c’è la puoi fare. E allora? Lo mandi via dopo mezz’ora, a volte un’ora di tentativi (con 15 persone ancora da fare .. ) e le radici ancora dentro?? NO!! ne va della tua reputazione e della grande fiducia che tutti ripongono in Te!
E quindi un paziente iniziato va finito! Anche se impieghi un’ora! Alcuni interventi sono stati lunghi e difficili. Akim, che di professione fa l’agricoltore, capisce subito cosa e come deve fare per aiutarmi !!
Mentre eseguo questi interventi difficili, anche un’infermiera viene a curiosare mentre allatta la sua bambina! Siamo tutti stremati !! Ma, nonostante la tentazione di interrompere qualche estrazione e lasciare « dentro » frammenti di radice, abbiamo portato a termine TUTTI gli interventi ... e finito TUTTI i pazienti arrivati ... anche quelli che non si erano messi in lista arrivando all’ultimo momento!!
Abbiamo finito che erano le 19.00, cioè quasi sera. Stanchi .. ma molto soddisfatti !!
Il Team di SOPADA era giustamente orgoglioso dell’organizzazione messa in piedi ... ma soprattutto felici di aver dato una dimostrazione «concreta» di cosa significhi « aiutare gli africani a casa loro » cioè aiutarli a vivere in condizioni migliori nella loro terra, fra la propria gente, con la propria cultura e le proprie tradizioni perché per quanto modeste esse siano, sono sempre molto DIGNITOSE !!!
Dignità che viene invece persa completamente quando vivono da clandestini ... immigrati in una terra e in una cultura che non gli appartiene!! Quindi: poche parole e molti fatti ... azioni concrete!!
Vorrei chiedere ai tanti che difendono un’immigrazione che gli africani detestano (!) a coloro che si commuovono solo a «parole» di fronte ai drammi che essa causa, se costoro hanno mai fatto qualcosa di veramente concreto per loro!
Vorrei chiedere se hanno mai sentito l’odore del sangue mescolato al loro sudore!!
Se si sono mai chiesti se c’è più DIGNITÀ in un campo profughi o nel villaggio di un contadino africano che vive senza auto, televisore e vestiti alla moda ma con i ritmi lenti e tranquilli nella sua casa di paglia e fango, coltivando un piccolo appezzamento di terra che gli dà il cibo per vivere, con la moglie e figli vicino e l’anziano genitore seduto sulla porta e in cui il solo rumore che odi è il belare della capretta appena nata.
E, per finire, un piccolo gesto - sempre organizzato dalla ONG SOPADA - compiuto il giorno successivo prima di lasciare il Benin: la distribuzione di una grande quantità di vestiti arrivati con il container dall’Europa, dono dei nostri amici Italiani.
Riceviamo dalla comunità di Penessolou, i ringraziamenti per la raccolta
di fondi che abbiamo istituito per i 24 orfani del villaggio e che sono serviti, non un Franco in più, non un Franco in meno, per garantire tutte le spese scolastiche dell’anno 2018/2019 per quei
bambini meno fortunati. Ricordo quanto fu raccolto grazie alla sensibilità dei nostri amici sostenitori.
Il costo di un anno scolastico per ogni bambino ammontava a € 34,11 così suddivisi:
- Tasse scolastiche € 5,35
- Forniture (penne, quaderni , libri e divisa) € 10,00
- Merenda € 15,26
- Eventi vari (piccole feste scolastiche) € 3,50
La somma totale era di € 818,64
La previsione per l’anno prossimo è stata calcolata in 550.000 F.CFA che corrispondono a 840,00€.
Dalla cifra ipotizzata si evince che gli ordini di grandezza rimangono sostanzialmente invariati. I prossimi giorni, fino alla metà di settembre saremo sul posto e, indipendentemente da ciò che
avremo raccolto, anticiperemo la somma, perché vogliamo che i bambini siano pronti ad affrontare le spese scolastiche per l’inizio dei corsi 2019/2020. Tutti gli amici che vorranno contribuire a
questo progetto potranno fare un bonifico, piccolo o grande sul conto corrente intestato a Puglisi Andrea e Brunazzi Paola col seguente IBAN:
IT26N0306912828100000002184
con causale: BORSA DI STUDIO ORFANI
DI PENESSOLOU 2019/2020
Chi preferisce può allungare a mano direttamente ad Andrea Puglisi, Paola Brunazzi, Damiano Puglisi, in Italia la cifra che vorrà destinare allo scopo, anche dopo il nostro rientro
dall’Africa, oppure a Mamouda Alidou in Benin (i contatti sono in questo sito).
Ribadiamo la nostra convinzione nel giudicare di capitale importanza l’istruzione dei bambini che, lo ricordiamo, non disponevano di plessi scolastici prima del nostro arrivo nella regione di
Donga. Vogliamo creare le condizioni per questi bambini e per le loro famiglie di creare il loro futuro lì dove sono nati e dove vivono. Saranno le risorse di domani per lo sviluppo dell’Africa e
in Africa dovranno restare. Crearne i presupposti crediamo sia molto più importante e meritorio che giustificarne il loro arrivo nelle nostre coste.
Un grazie a tutti coloro che ci aiuteranno!
#aiutiamoliacasalorodavvero
Ogni anno il distretto di PENESSOULOU organizza una settimana di congressi che
riunisce i suoi figli e figlie. Questi sono i grandi momenti di riunione tra le famiglie, i genitori, gli amici ecc ... dopo diversi mesi di assenza dai rispettivi villaggi. In questa occasione,
viene indossata un'uniforme per tutta la popolazione senza differenza di età o sesso, come si può vedere nelle immagini pubblicate. È normale che ci siano persone che si sentono isolate
semplicemente perché non sono nella possibilità di avere questa uniforme. È così che l'ONG SOPADA, avendo notato questo, ha permesso ai 24 orfani, grazie alla somma che era avanzata, di
condividere questa gioia annuale allo stesso modo di tutti gli altri con una somma di 210.000 FCFA / 320 €. Grazie allo staff dell'ONG le due madrine dei 24 orfani hanno ricevuto la loro parte di
tessuto e i soldi necessari per confezionare le divise. La sorpresa dei beneficiari è stata grande. Esprimono quindi la loro gratitudine con il messaggio che segue:
“Lunga vita all'ONG SOPADA e ai benefattori italiani che vengono sempre a
darci gioia, ci regalano un sorriso ogni volta che siamo immersi nella tristezza. Che Dio vi benedica e vi restituisca cento volte tutto quello che voi avete donato a
noi!”.
Beh, è certo che quello che si fa a loro favore non richiede nulla in cambio,
ma fa piacere ascoltare questa bella frase di gratitudine. Ciò che a noi sembra poca cosa, a loro appare grande! Questo ci aiuti a riflettere. Nelle foto si vede una parte di quei bambini e
alcuni momenti del congresso.
Sabato 8 dicembre, nel comune di Penessolou (Benin), sono stati radunati 24 alunni orfani delle scuole primarie e secondarie per la consegna delle borse di studio per le quali abbiamo fatto una raccolta di fondi a partire dal mese di ottobre scorso. Nelle foto si vedono i ragazzi che mostrano le buste contenenti la cifra necessaria per pagarsi le spese scolastiche per l’anno in corso. In una foto si vede anche qualche bambino che mostra la foto di Luca Lasagni con il piccolo Leonardo che, in occasione del suo Battesimo insieme alla moglie Veronica Abbate, hanno voluto destinare una cifra per lo scopo. Fra i tanti donatori ci piace ricordarne alcuni: Vasco Ascolini, Antonio Chinnici, Andrea Guidetti e Lara Munari, Corrado Askerz, Elena Borciani e altri che hanno espresso il desiderio di rimanere anonimi. Un grazie a tutti coloro che ancora una volta hanno risposto generosamente superando addiritura la cifra che serviva allo scopo. Proprio per questo la raccolta su questo progetto rimane in essere fino ad agosto dell’anno prossimo quando prepareremo un’altra somma per continuare ad accompagnare questi ragazzi indigenti, ma meritevoli, nel loro percorso scolastico.
Date le numerose difficoltà e lacune nell'insegnamento e nella scolarizzazione nelle scuole del Benin in particolare e in Africa in generale, l'ONG SoPADA, dopo le scuole primarie pubbliche, estende le sue buone azioni sociali e umanitarie alle scuole secondarie
(CEG) dei dipartimenti della Repubblica di BENIN. Per contribuire al miglioramento e allo sviluppo del sistema educativo e al livello di insegnanti e studenti, l'ONG SoPADA si è posta i seguenti obiettivi:
- Creare giorni di lettura per scolari, studenti, insegnanti e appassionati di lettura creando club di lettura;
- Creare una biblioteca itinerante per iniziare a beneficio di tutti i club di lettura del dipartimento di DONGA;
- Dotare la biblioteca CEG di Pénessoulou;
- Partecipare al rafforzamento delle capacità di insegnanti e studenti fornendo loro testi didattici di nuova generazione;
- selezionare i bambini in situazioni difficili;
- Fornire ogni anno sostegno materiale e finanziario sotto forma di borse di studio ai membri meritevoli del dipartimento DONGA. Pertanto, il 15/10/2018 sono stati consegnati 133 libri al PENESSOULOU CEG e 2 altre serie scientifiche "LABEL INFO" per le classi 3 e Terminal.
Continua l'impegno di SoPada nella scolarizzazione delle zone rurali della regione della Donga. Abbiamo avuto modo di conoscere la realtà di 24 bambini orfani del villaggio di Penessolou che, pur essendo meritevoli, hanno molta difficoltà a sostenere le spese per frequentare i corsi scolastici. A loro abbiamo donato, nel mese di settembre, parte dei vestiti che avevamo inviato dall'Italia nel mese di maggio e abbiamo promesso che con l'aiuto degli amici di SoPada avremmo provveduto alle spese scolastiche. Per questo il 4 ottobre abbiamo pubblicato su Facebook l'obbiettivo che ci siamo posti.
Il costo di un anno scolastico per ogni bambino ammonta a € 34,11 così suddivisi:
- Tasse scolastiche € 5,35
- Forniture (penne, quaderni , libri) e divisa € 10,00
- Merenda € 15,26
- Eventi vari (piccole feste scolastiche) € 3,50
La somma totale calcolata per i 24 bambini è di € 818,64 che cercheremo di raccogliere prima di Natale. Chiunque fosse interessato a contribuire al progetto potrà versare la sua offerta con bonifico bancario a:
Puglisi Andrea
IBAN IT95 D063 8512 8101 0000 0002 184
Causale: Borsa di studio orfani di Penessolou
ONG SOPADA
Bank of Africa
Conto 003283710001
Swift/Bic: AFRIBJBJXXX
Causale: Bourse d'études orphelins de Penessolou
Un grande grazie a tutti coloro che vorranno contribuire alla realizzazione del progetto.
Domenica 24 giugno 2018
Molti amici italiani in questi ultimi mesi, ci hanno fatto recapitare merce di vario genere, molto utile agli abitanti dei nostri villaggi rurali. Fra questi aiuti abbiamo spedito in prevalenza vestiti e scarpe per bambini, T-shirt, berretti, tute da lavotro e scarpe antinfortunistiche per i nostri agricoltori. Abbiamo quindi approfittato per inviare anche qualche attrezzatura per l'azienda agricola. Una signora ci ha regalato una bellissima fotocopiatrice-fax al laser che utilizzeremo nell'ufficio della Sopada. La merce viaggerà via mare dentro un container che arriverà a destinazione all'inizio di agosto 2018. Un grande grazie alla ditta Speroni s.p.a., a Laura Iotti, alla signora Sanna, a Silvia Agosti e a Simonetta Soncini.
Vous pouvez aussi nous rejoindre par:
PER LE VOSTRE DONAZIONI DALL'ITALIA QUESTE SONO LE COORDINATE BANCARIE:
PUGLISI ANDREA, IBAN: IT26 N030 6912 8281 0000 0002 184 (COMMISSIONI BASSE, BONIFICO DOMESTICO)
ONG SOPADA: BANK OF AFRICA, COMPTE 003283710001 BIC/SWIFT: AFRIBJBJXXX (COMMISSIONI ELEVATE, INTERCONTINENTALE)
NON DIMENTICATE MAI LA CAUSALE! "PROGETTI UMANITARI ONG SOPADA" VA BENISSIMO.